.r approfondire, vedi Musica dell'antica
Grecia.
Donna romana che suona la
cetra.
Nell'antica Grecia la musica occupava un ruolo di grande rilievo nella
vita sociale e religiosa. Per i greci la musica era un'arte che comprendeva, oltre alla musica stessa,
anche la poesia, la danza, la medicina e le pratiche magiche. L'importanza della musica nel
mondo greco è testimoniata da numerosi miti che la riguardano. Uno è quello di Orfeo, l'inventore della musica, che riuscì a
convincere gli dei dell'Ade a restituire alla luce la scomparsa sposa Euridice.
Durante il periodo arcaico (dalle origini al VI secolo a.C.) la musica era praticata solamente
da professionisti: gli aedi e i rapsodi. Questi declamavano i miti
accompagnandosi con uno strumento musicale e tramandavano la musica
oralmente. In seguito nel periodo classico (dal VI secolo a.C. al IV
secolo a.C.) la musica entrò a far parte del sistema educativo e
così venne divulgata. A questo periodo risalgono pochissime fonti di scrittura
musicale che erano soltanto di aiuto ai professionisti, perciò la musica veniva
ancora tramandata oralmente. Sempre nel periodo classico si sviluppò la tragedia.
I soggetti della tragedia erano presi dai miti letterari e consistevano in
dialoghi tra due o tre personaggi alternati da canti corali. Gli attori erano tutti uomini,
indossavano maschere e recitavano con l'accompagnamento della
musica. La struttura architettonica del teatro era costituita da una gradinata a
semicerchio per il pubblico, di fronte c'era il palco dove si esibivano gli
attori e tra gradinata e palco c'era l'orchestra dove si trovava il coro.
I greci usavano diversi strumenti. I più comuni erano la lira
o cetra
e l'aulos.
La lira era uno strumento a corde che venivano pizzicate da un plettro ed era sacra al dio Apollo. L'aulos era uno strumento a fiato ad
ancia, sacro al dio Dioniso. Erano in uso anche strumenti a
percussione tra cui i tamburi e i cimbali, meglio noti come piatti.
I greci accostarono la musica alla matematica e al movimento degli astri. Pitagora, accostando la musica al movimento dei
pianeti, capì che anch'essa era governata da
precise leggi matematiche. Portò la sua intuizione sul
monocordo e scoprì che se una corda produceva un suono di una certa altezza, per
ottenere un suono all'ottava superiore bisognava far vibrare metà della
corda; per ottenere la quinta bastava far vibrare i due terzi della corda, e via
di seguito.
Alla base del sistema musicale greco c'era il tetracordo formato da quattro suoni discendenti compresi in un intervallo di
quarta giusta. I due suoni estremi erano fissi, invece i due intermedi erano
mobili. I tetracordi si distinguevano in diatonico, cromatico e enarmonico. L'unione di due tetracordi formava un
modo che poteva essere dorico, frigio o lidio. A seconda del tipo di unione i modi
potevano essere a loro volta congiunti o disgiunti. Se ad un modo dorico
disgiunto si aggiungeva un tetracordo congiunto all'acuto, un altro tetracordo
congiunto al grave e sotto quest'ultimo una nota si otteneva il sistema tèleion,
ovvero perfetto, dell'estensione di due ottave. Il ritmo musicale si basava su quello poetico. Nella
poesia
greca la metrica scaturiva dalla durata delle sillabe:
brevi o lunghe, lo stesso valeva in musica. La breve equivale all'odierna croma
e la lunga all'odierna semiminima. Il ritmo si aveva dall'unione di due o più
note o sillabe, ordinate in schemi ritmici chiamati piedi. In poesia la
combinazione di vari piedi formava il verso e la combinazione di più versi formava la
strofa.
Alla musica i greci attribuirono una funzione educativa perché la ritenevano
in grado di arricchire l'animo delle persone. Secondo Platone la musica doveva servire per arricchire
l'animo umano come la ginnastica serviva per irrobustire il fisico.
Questo discorso si amplia con la dottrina dell'ethos per la quale ogni modo ha un suo ethos
specifico e può incidere positivamente o negativamente sull'animo delle persone.
Per Platone i modi di specie dorica o frigia incidono positivamente, invece
quelli di specie lidia possono turbare l'equilibrio razionale. Aristotele accettò la classificazione in ethos ma
ritenne che tutti i modi potevano andare a beneficio dell'animo. Fino a questo
momento la teoria musicale era conosciuta esclusivamente dal punto di vista
matematico. In seguito Aristosseno di Taranto comprese l'importanza dell'udito nella
percezione dei suoni.
Grecia.
Donna romana che suona la
cetra.
Nell'antica Grecia la musica occupava un ruolo di grande rilievo nella
vita sociale e religiosa. Per i greci la musica era un'arte che comprendeva, oltre alla musica stessa,
anche la poesia, la danza, la medicina e le pratiche magiche. L'importanza della musica nel
mondo greco è testimoniata da numerosi miti che la riguardano. Uno è quello di Orfeo, l'inventore della musica, che riuscì a
convincere gli dei dell'Ade a restituire alla luce la scomparsa sposa Euridice.
Durante il periodo arcaico (dalle origini al VI secolo a.C.) la musica era praticata solamente
da professionisti: gli aedi e i rapsodi. Questi declamavano i miti
accompagnandosi con uno strumento musicale e tramandavano la musica
oralmente. In seguito nel periodo classico (dal VI secolo a.C. al IV
secolo a.C.) la musica entrò a far parte del sistema educativo e
così venne divulgata. A questo periodo risalgono pochissime fonti di scrittura
musicale che erano soltanto di aiuto ai professionisti, perciò la musica veniva
ancora tramandata oralmente. Sempre nel periodo classico si sviluppò la tragedia.
I soggetti della tragedia erano presi dai miti letterari e consistevano in
dialoghi tra due o tre personaggi alternati da canti corali. Gli attori erano tutti uomini,
indossavano maschere e recitavano con l'accompagnamento della
musica. La struttura architettonica del teatro era costituita da una gradinata a
semicerchio per il pubblico, di fronte c'era il palco dove si esibivano gli
attori e tra gradinata e palco c'era l'orchestra dove si trovava il coro.
I greci usavano diversi strumenti. I più comuni erano la lira
o cetra
e l'aulos.
La lira era uno strumento a corde che venivano pizzicate da un plettro ed era sacra al dio Apollo. L'aulos era uno strumento a fiato ad
ancia, sacro al dio Dioniso. Erano in uso anche strumenti a
percussione tra cui i tamburi e i cimbali, meglio noti come piatti.
I greci accostarono la musica alla matematica e al movimento degli astri. Pitagora, accostando la musica al movimento dei
pianeti, capì che anch'essa era governata da
precise leggi matematiche. Portò la sua intuizione sul
monocordo e scoprì che se una corda produceva un suono di una certa altezza, per
ottenere un suono all'ottava superiore bisognava far vibrare metà della
corda; per ottenere la quinta bastava far vibrare i due terzi della corda, e via
di seguito.
Alla base del sistema musicale greco c'era il tetracordo formato da quattro suoni discendenti compresi in un intervallo di
quarta giusta. I due suoni estremi erano fissi, invece i due intermedi erano
mobili. I tetracordi si distinguevano in diatonico, cromatico e enarmonico. L'unione di due tetracordi formava un
modo che poteva essere dorico, frigio o lidio. A seconda del tipo di unione i modi
potevano essere a loro volta congiunti o disgiunti. Se ad un modo dorico
disgiunto si aggiungeva un tetracordo congiunto all'acuto, un altro tetracordo
congiunto al grave e sotto quest'ultimo una nota si otteneva il sistema tèleion,
ovvero perfetto, dell'estensione di due ottave. Il ritmo musicale si basava su quello poetico. Nella
poesia
greca la metrica scaturiva dalla durata delle sillabe:
brevi o lunghe, lo stesso valeva in musica. La breve equivale all'odierna croma
e la lunga all'odierna semiminima. Il ritmo si aveva dall'unione di due o più
note o sillabe, ordinate in schemi ritmici chiamati piedi. In poesia la
combinazione di vari piedi formava il verso e la combinazione di più versi formava la
strofa.
Alla musica i greci attribuirono una funzione educativa perché la ritenevano
in grado di arricchire l'animo delle persone. Secondo Platone la musica doveva servire per arricchire
l'animo umano come la ginnastica serviva per irrobustire il fisico.
Questo discorso si amplia con la dottrina dell'ethos per la quale ogni modo ha un suo ethos
specifico e può incidere positivamente o negativamente sull'animo delle persone.
Per Platone i modi di specie dorica o frigia incidono positivamente, invece
quelli di specie lidia possono turbare l'equilibrio razionale. Aristotele accettò la classificazione in ethos ma
ritenne che tutti i modi potevano andare a beneficio dell'animo. Fino a questo
momento la teoria musicale era conosciuta esclusivamente dal punto di vista
matematico. In seguito Aristosseno di Taranto comprese l'importanza dell'udito nella
percezione dei suoni.
questo vaso rappresenta una lezione di musica nell' antica grecia .